Presentato alle Procuratie Vecchie di Venezia il primo rapporto "Quanto è (ri)conosciuta l’arte italiana all’estero"
21/04/2022
Esperti ed intelligenza artificiale per confrontare il sistema dell’arte contemporanea con quello internazionale.
L’arte italiana è ben visibile: su 76 musei esteri esaminati è presente in 61 collezioni permanenti, ma scende a 51 artisti per i nati dopo il 1960.
Sono pochi i nomi su cui si concentra l’attenzione internazionale: a livello mediatico, su 5 milioni di articoli analizzati, gli artisti italiani rappresentano attualmente il 7% di visibilità che però per i nati dopo il 1960 cala all’1,87%.
Il riconoscimento economico del sistema italiano: nei risultati d’asta trovano riscontro i maestri del Dopoguerra, mentre sono solo in dieci i nati dopo il 1960 con un fatturato complessivo pari a 1,7 milioni di sterline da Christie’s e 1,4 milioni da Sotheby’s.
Il potere culturale delle città: Milano è la città più all’avanguardia dell’ecosistema italiano (gallerie, musei, centri culturali, fondazioni). Parigi, Berlino e Los Angeles al top della classifica internazionale.
Fare sistema per valorizzare maggiormente i giovani artisti contemporanei del nostro Paese
È quanto emerge dal rapporto a cura di Barrilà, Broccardi, Marchesoni, Pirrelli e Sanesi pubblicato dallo studio di professionisti per l’arte e la cultura BBS-Lombard in collaborazione con ARTE Generali: intervistati 24 curatori italiani e analizzati con l’intelligenza artificiale oltre 230.000 artisti, 30.000 musei e 3.600 città.
Il report, dopo essere stato presentato a Palazzo Bonaparte di Roma e a Palazzo Reale di Milano, è stato illustrato oggi al Palazzo delle Procuratie Vecchie di Venezia.
Venezia. È stato presentato oggi, presso il Palazzo delle Procuratie Vecchie a Venezia, “Quanto è (ri)conosciuta l’arte italiana all’estero” a cura di Silvia Anna Barrilà, Franco Broccardi, Maria Adelaide Marchesoni, Marilena Pirrelli e Irene Sanesi, pubblicato dallo studio di professionisti per l’arte e la cultura BBS-Lombard con il sostegno di ARTE Generali, che ha come oggetto di analisi la visibilità dell’arte italiana contemporanea a livello internazionale.
Il report, dopo l’appuntamento del 24 marzo a Palazzo Bonaparte, Roma, e quello dell’1 aprile a Palazzo Reale, Milano, è stato illustrato alle Procuratie Vecchie di Venezia. L’iconico palazzo è stato recentemente riaperto al pubblico dopo un complesso lavoro di recupero durato 5 anni ad opera dello studio David Chipperfield Architects Milan, ed è ora sede di The Human Safety Net, il movimento globale di persone che aiutano persone istituito nel 2017 dal Gruppo Generali.
Nasce il primo rapporto sul riconoscimento dell’arte contemporanea italiana all’estero: la fotografia attuale
La prima edizione del report ha come oggetto di analisi il funzionamento del sistema di sostegno alla produzione artistica contemporanea nel nostro Paese. L’obiettivo dello studio, da intendersi come primo passo verso gli approfondimenti che verranno, mira a stimolare il dialogo, fissare nuovi traguardi e individuare possibilità di integrazione nel sistema internazionale dell’arte. Un primo passo verso una maggiore comprensione del comparto e uno strumento per gli attori coinvolti per fare rete. Lo studio si focalizza sugli artisti nati dopo il 1960, analizzando la presenza delle loro opere nei principali luoghi istituzionali e commerciali del contemporaneo internazionale negli ultimi 10-20 anni. Il report è diviso in due parti: la prima contiene una serie di interviste a 24 curatori e direttori museali sulle potenzialità del sistema dell’arte italiano; la seconda è dedicata all’analisi dei dati e alla mappatura della presenza dell’arte italiana all’estero.
Dalle risposte alle interviste ai 24 curatori emergono i nomi sui quali si concentra l’attenzione internazionale. A partire da Maurizio Cattelan, seguito da Francesco Vezzoli, Monica Bonvicini, Enrico David, Paola Pivi, Tatiana Trouvé, Roberto Cuoghi, Rosa Barba. Oltre alla qualità del loro lavoro, gli intervistati ritengono che l’esperienza di studio e lavoro all’estero conferisca visibilità e contribuisca a costruire e consolidare una rete di rapporti con curatori, gallerie e musei.
Nella mappa dei musei internazionali l’arte italiana contemporanea risulta ben visibile. Su 76 musei esteri esaminati è presente in 61 collezioni permanenti, ma nel dettaglio dei nati dopo il 1960, le presenze si riducono a 51 artisti. Un dato interessante emerge dall’analisi delle principali manifestazioni, come la Biennale di Venezia e Documenta. Il numero di artisti contemporanei italiani esposti è aumentato nelle edizioni dirette da curatori che conoscono molto bene la scena artistica nazionale. Infatti, se tra il 2007 e il 2019 la presenza degli italiani nelle Esposizioni internazionali in laguna si aggirava intorno al 5%, quest’anno sale al 12%. Stesso discorso per Documenta, che dal 1987 al 2022 ha registrato una media del 3% di presenze; solo nelle edizioni del 1992 e del 2012 ha sfiorato il 7%. Nelle tre edizioni di 18 biennali internazionali il numero totale di italiani è pari solamente a 29 artisti.
Per quanto riguarda le gallerie internazionali, su 831 operatori analizzati, 135
rappresentano complessivamente 137 artisti italiani della generazione post 1960, ovvero
il 16,2% delle gallerie rappresenta almeno un artista italiano contemporaneo. Emerge,
tuttavia, che sono le gallerie fondate da italiani all’estero o con una storica relazione con
l’Italia a investire di più sui contemporanei italiani.
In termini di copertura mediatica, dall’analisi di Articker su 5 milioni di articoli analizzati
esaminati nel 2021, risulta che gli artisti italiani rappresentano attualmente il 7% della
copertura globale sull’arte di ogni periodo, piazzandosi al quinto posto dopo gli artisti
americani, cinesi, inglesi e francesi, ma prima di tedeschi, spagnoli, olandesi e giapponesi.
Una percentuale in cui la forza mediatica dei maestri antichi e di Maurizio Cattelan ha il
suo peso. Si riduce all’1,9% se si considerano solo i contemporanei.
L’evidenza del riconoscimento economico del sistema italiano trova riscontro nei risultati d’asta. Mentre le Italian Sales di Christie’s e Sotheby’s a Londra negli ultimi 20 anni hanno rafforzato il mercato internazionale dei maestri del dopoguerra con Spazialismo, Arte Povera e Transavanguardia, gli artisti nati dopo il 1960 offerti sono stati in tutto dieci con un fatturato complessivo pari a 1,7 milioni di sterline da Christie’s e 1,4 milioni da Sotheby’s. Allargando lo sguardo alla circolazione degli artisti italiani contemporanei nel segmento delle aste mondiali, risulta rarefatta anche nel confronto con i colleghi francesi e tedeschi della stessa generazione: se nel 2000 il volume d’affari realizzato dagli artisti italiani era superiore a quello conseguito dai francesi e dai tedeschi, nel 2021 la situazione si è capovolta e il volume d’affari raggiunto dai francesi supera sette volte quello degli italiani, così come quello dei tedeschi, che è pari a cinque volte quello degli italiani.
Lo studio ha analizzato il sostegno delle istituzioni per la promozione dell’arte italiana nel sistema internazionale, con l’Italian Council e gli Istituti Italiani di cultura all’estero (Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale). Emerge una vivace attività con margini di ulteriore valorizzazione e networking con le istituzioni museali italiane e internazionali.
L’intelligenza artificiale come strumento di analisi, il contributo di ARTE Generali e Wondeur
ARTE Generali è la piattaforma di servizi dedicata all’assicurazione delle opere d’arte: è l’offerta di soluzioni assicurative, basata principalmente sulla digitalizzazione di servizi specializzati, disponibile per collezionisti privati e istituzioni museali a livello globale.
Il contributo di ARTE Generali allo studio indipendente è un’analisi redatta grazie al supporto dei sistemi di Intelligenza Artificiale di Wondeur, in Europa suo partner esclusivo, sul sistema dell’arte italiana (l’insieme rappresentato da gallerie, musei e istituti di cultura che supportano lo sviluppo degli artisti contemporanei) a confronto con quelli internazionali. Dall’analisi è emerso che Milano è una delle città più all’avanguardia dell’ecosistema italiano - formato da gallerie, musei, centri culturali, fondazioni -, con un tasso di dimensionale superiore a quello di Roma e Venezia. Tuttavia, la propensione al rischio è paragonabile a quella delle altre due città, perché il sostegno agli artisti emergenti e mid-career risulta ancora troppo basso. Se si confrontano i centri culturali e i musei, Milano appare distante dalle altre città internazionali come Parigi, Berlino e Los Angeles. Il capoluogo lombardo troverebbe in una visione strategica di ampio respiro maggior competitività e capacità di attrarre finanziamenti.
Una cabina di regia per fare sistema: il futuro dell’arte contemporanea italiana
Dal report emerge in maniera chiara come l’arte contemporanea italiana possa essere maggiormente valorizzata attraverso un approccio più strutturato e un’azione corale, che possa permettere al Paese di fare sistema per competere sui mercati internazionali in maniera ancora più promettente. Per questo “Quanto è (ri)conosciuta l’arte contemporanea italiana all’estero” è da intendersi sia come il primo di molti passi futuri per la comprensione del sistema, sia come strumento per gli attori affinché vengano coinvolti per fare rete, con l’obiettivo ultimo di garantire risorse e prospettive di lungo periodo necessarie nel mondo dell’arte che oggi ha un ritmo veloce ma che consolida le carriere nel corso di anni.
Generali Valore Cultura: proteggiamo le emozioni
In qualità di primo assicuratore italiano Generali Italia ha il compito di proteggere: protegge le opere d’arte, con soluzioni assicurative progettate, e protegge le emozioni, con Valore Cultura, il progetto di Generali Italia che si impegna a sostenere l’arte e la cultura per renderle accessibili a un pubblico sempre più ampio e per valorizzare il territorio. Con il report supportato da ARTE Generali, la Compagnia assicurativa fa un ulteriore passo in avanti, contribuendo a fornire un’analisi puntuale del mercato dell’arte per favorire un dialogo costruttivo che possa contribuire a valorizzare al meglio l’arte contemporanea italiana.
Gli autori
Silvia Anna Barrilà è giornalista freelance e consulente, dal 2008 è contributor di Arteconomy24/Plus 24, Il Sole 24 Ore. È docente al Master in Economia e management dell’arte e dei beni culturali della 24 Ore Business School.
Franco Broccardi è dottore commercialista e partner di BBS-Lombard, esperto in economia della cultura, arts management, gestione e organizzazione delle imprese culturali.
Maria Adelaide Marchesoni è giornalista freelance e analista finanziaria, dal 2008 è contributor di Arteconomy24/Plus 24, Il Sole 24 Ore. È docente al Master in Economia e management dell’arte e dei beni culturali della 24 Ore Business School e Presidente di Collective, l’associazione italiana di collezionisti.
Marilena Pirrelli. Giornalista de Il Sole 24 Ore/Plus24, ideatrice e responsabile dal 2007 della sezione ArtEconomy24 dedicata all’economia e al mercato dell’arte. Coordinatrice scientifica e docente del Master in Economia e management dell’arte e dei beni culturali della 24Ore Business School. Partecipa al Tavolo permanente per la circolazione delle opere d’arte del MiC.
Irene Sanesi è dottore commercialista e partner di BBS-Lombard, esperta in economia, gestione, fiscalità della cultura e fundraising. Svolge attività di consulenza e formazione in vari ambiti.
I partner
La realizzazione dello studio è stata possibile grazie al contributo dei partner Artprice, Articker/Phillips e Artfacts.net.
Il report, realizzato pro bono, è scaricabile gratuitamente dai siti: www.bbs-lombard.com e www.artegenerali.com/it
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