È il rapporto che fotografa lo stato di consapevolezza sulla cyber security tra le piccole e medie imprese italiane.
Si tratta del primo tassello del futuro Cyber Index italiano, l'indice nazionale previsto dalla Strategia Nazionale di Cybersicurezza, che andrà ad alimentare il Cyber Index europeo.
Nasce dall’accordo tra Confindustria, Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale e Generali e sarà sviluppato con il contributo dell’Osservatorio Cybersecurity & Data Protection della School of Management del Politecnico di Milano, partner scientifico dell’iniziativa.
La partnership tra Generali e Confindustria nasce con l’obiettivo di promuovere, valorizzare e diffondere tra le Pmi una maggiore consapevolezza dei rischi cyber e del loro impatto sul loro business. Il Protocollo d’intesa, siglato con l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, mira a rafforzare questo obiettivo, con la promozione, la valorizzazione e la diffusione tra le imprese della cultura della protezione digitale.
La trasformazione digitale delle piccole e medie imprese italiane ha aumentato la domanda di tutti i servizi digitali, rendendo necessaria una rapida implementazione nella protezione dai rischi di cyber security. In questo contesto, è sempre più importante acquisire un’adeguata conoscenza dei possibili rischi per le Pmi e, allo stesso tempo, aumentare il livello di protezione del patrimonio digitale, dei dati e della cultura d’impresa.
L’accordo prevede inoltre che le imprese associate di Confindustria abbiano accesso a corsi di formazione e workshop dedicati, con il coinvolgimento degli esperti di ACN e degli esperti di Generali, oltre al prezioso supporto sul territorio della Rete agenziale.
Secondo il Rapporto, che ha coinvolto oltre 700 imprese, le PMI italiane raggiungono complessivamente un livello di consapevolezza in materia di sicurezza digitale di 51 su 100. Il 45% delle PMI intervistate riconosce il rischio cyber, ma solo il 14% ha un approccio strategico in materia e la capacità di valutare il rischio cyber e di mitigarlo; il 55% è poco consapevole di cui un 20% a livello “principiante”.