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Cosa accadrà al mercato delle auto usate dopo il coronavirus?

Il settore automobilistico si è praticamente fermato in gran parte del mondo a causa della pandemia di COVID-19. Le immatricolazioni di nuovi veicoli stanno diminuendo rapidamente. Una situazione che coinvolge tutti i rami del settore, compreso quello delle macchine usate.

 

Lo stato di emergenza che stiamo vivendo ha drasticamente cambiato le priorità degli italiani: oggi ci concentriamo sull'acquisto di beni cosiddetti di prima necessità, mentre vengono rimandate le operazioni che riguardano altri settori come quello automobilistico. A questa caduta della domanda corrisponde anche quella dell’offerta, visto che gran parte delle fabbriche ha dovuto fermarsi o riconvertire le linee di montaggio per la produzione di materiale sanitario.

 

Dai dati diffusi dalla motorizzazione risulta che a marzo sono state immatricolate 28.326 automobili, con un calo dell’85,42% rispetto allo stesso mese del 2019. Il mercato delle auto di seconda mano ha visto 142.230 trasferimenti di proprietà, ovvero -62,33% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Nel terzo mese del 2020, il primo del lockdown italiano, si sono vendute 171.556 autovetture, di cui il 16,51% di auto nuove e l’83,49% di auto usate.

 

Sia per le auto nuove che per quelle di seconda mano la frenata è visibile sia sul lato della domanda che su quello dell’offerta. A marzo, infatti, il calo dello stock di auto disponibili è arrivato a diminuire del 58%. Secondo il bollettino Auto-Trend ACI anche le operazioni tra privati si sono praticamente azzerate dal momento in cui il lockdown limita il processo di valutazione e la consegna dell'usato.

 


L’acquisto di auto usate può far respirare il settore


Nonostante la difficoltà generale del settore automobilistico, in termini assoluti il reparto delle auto usate tiene meglio rispetto alle immatricolazioni, mostrando la resilienza di un settore che, anche in crisi, riesce a sfruttare un maggiore grado di flessibilità. Anche nel post-coronavirus è probabile che questo ramo dell’industria reagirà con più velocità.

 

Dopo la fase di emergenza, infatti, molte persone preferiranno acquisire una macchina di seconda mano per limitare la spesa in tempi di incertezza. Durante i mesi di distanziamento sociale è stato già possibile svolgere alcune pratiche. I venditori non potevano ricevere fisicamente il cliente, ma potevano farlo telefonicamente o via internet e fornire tutte le informazioni necessarie. È stato possibile effettuare selezioni, valutare i prezzi, confrontare i modelli, calcolare possibili finanziamenti o stimare l'importo da pagare per l'assicurazione auto.

 

Tutte le procedure relative all'acquisto, come la richiesta di un prestito, il trasferimento del titolare, possono essere eseguite a distanza. Inoltre, la situazione sanitaria ha spinto lo sviluppo delle vendite online anche in questo settore. Molti venditori hanno iniziato a offrire visite virtuali, alcuni mandano perfino a domicilio la vettura per effettuare un test di guida.

 

Il settore dell’usato è destinato a trainare il mercato dell'auto. I dati della Gran Bretagna mostrano un crescente interesse nei confronti delle vetture al di sotto dei 2.200 euro. Questa dinamica coinvolgerà probabilmente anche altri mercati, a partire da quello italiano. Questa tipologia di mezzi infatti, oltre a rispondere alle diffuse difficoltà economiche conseguenti alla pandemia, risulta anche particolarmente adatta alla vendita online poiché rappresenta un rischio limitato, in un momento in cui gli acquirenti hanno meno possibilità di ispezionare dal vivo la vettura.

 


La Cina ci aiuta a prevedere il futuro del settore


Se vogliamo prevedere cosa succederà fra qualche mese, dobbiamo necessariamente guardare alla Cina, che ha vissuto gli effetti dell’epidemia e delle misure restrittive con mesi di anticipo rispetto al resto del mondo. Per questo, anche sul graduale ritorno alla normalità il gigante asiatico è un riferimento importante. Uno studio condotto da Ipsos sulle intenzioni di acquisto di un’automobile in Cina avvisa che, dopo la paralisi, il mercato si potrebbe riaprire con forza, ma con alcuni cambiamenti significativi.

 

Prima della pandemia, solo il 34% della popolazione optava per l'uso dell'auto privata. Ora questo dato sale al 66%, a scapito del trasporto pubblico, in seguito alla paura del contagio. Il coronavirus ha cambiato le ragioni per l'acquisto di un’auto, che per prima cosa deve “ridurre la probabilità di contagio" (77%), poi rispondere alle “necessità familiari" (51%) e infine supplire alla "mancanza di fiducia nei trasporti pubblici" (50%).

 

Oggi il design, le prestazioni, il comfort e persino il prezzo passano in secondo piano in favore di una "configurazione salutare" dell'auto, seguita dalla sicurezza e dalla qualità generale. Per "configurazione salutare" si intende l'inclusione di elementi come un sistema di condizionamento dell'aria con filtro anti-germi o rivestimenti antibatterici. Proprio i servizi di disinfezione antibatterica per le macchine usate saranno sempre più richiesti.

 

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